Una volta la vita era più facile, anche se non ce ne rendevamo conto.
Con uno stipendio da operaio ci si comprava una grande casa con una stanza per figlio, una macchina di tutto rispetto e si mandavano moglie e bambini in villeggiatura per tutta l’estate.
Se si stringeva un po’ la cinghia, si riusciva addirittura a metter da parte il necessario per comprar casa anche ai figli e – perché no – per un appartamentino al mare o in montagna.
Oggi, se una giovane famiglia in cui entrambi i genitori lavorano otto (o più) ore al giorno vuole acquistare un’utilitaria, deve chiedere un prestito.
Gli italiani pagano a rate persino il televisore nuovo: le carte revolving sono tra i prodotti più richiesti agli istituti bancari, ogni mese escono nuove applicazioni come Klarna e Scalapay che permettono di suddividere i propri pagamenti online in tre rate. Persino colossi come Amazon e PayPal ormai integrano nel loro sistema di pagamento interno l’opzione che permette la rateizzazione delle cifre più elevate.
D’altra parte il mondo attuale ci sottopone a prove davvero difficili, a volte insormontabili.
Le buste paga e le pensioni sono sempre più basse e i soldi sembrano non bastare mai.
Per la maggior parte delle famiglie italiane, mettere da parte qualche risparmio è possibile giusto rinunciando alle vacanze, facendo la spesa al discount e mettendo il riscaldamento al minimo.
Oggi gli acquisti importanti si fanno a rate: dalla casa all’auto, dalla lavatrice nuova alla settimana di vacanza in Romagna.
In qualche modo ce la si fa, si tira avanti, magari ci si gode anche un po’ la vita (ogni tanto).
Se però ci si imbatte in un imprevisto, ecco che il castello di carte che abbiamo costruito pezzo per pezzo collassa su sé stesso in pochi istanti.
Un problema di salute, una grossa spesa condominiale extra, la caldaia da cambiare, l’auto in panne, una multa particolarmente salata: se si è abituati a vivere una vita “al pelo”, basta poco per ritrovarsi a dover rimandare o dilazionare le rate di un prestito o del mutuo, rischiando di venir etichettati come cattivi pagatori per buona parte del resto della propria vita.
Conosco bene la situazione, sono in questo campo ormai da molti anni e credimi, se ti dico che ne ho viste davvero di tutti i colori.
Quello che ho capito, però, è che non è giusto mettersi in cattedra e giudicare come persona chi si ritrova costretto a chiedere del denaro in prestito per risolvere un problema o realizzare un desiderio.
La maggior parte dei clienti che ho aiutato in questi anni non aveva alcuna colpa particolare: erano tutti vittime di una serie di circostanze che si erano verificate a volte all’improvviso, in modo del tutto imprevisto, altre volte in modo più graduale ma anche più subdolo, insinuandosi silenziosamente nelle loro vite senza farsi troppo notare.
Poter aiutare ognuno di loro a uscire dai guai o anche solo a rispondere a una necessità, a realizzare un piccolo o grande sogno, per me è sempre stato un piacere e un grande privilegio.
Ecco perché amo ogni giorno di più questo lavoro, ed ecco perché ho deciso di scrivere questo libro: una guida pratica, seria ma leggera, per scoprire se la soluzione della cessione del quinto fa per te (e quali sono le possibili alternative).
Poiché questo testo ha uno scopo divulgativo e non è destinato agli “addetti ai lavori”, utilizzerò una terminologia volutamente non tecnica. Il mio obiettivo è chiarirti le idee, non certo confonderti ancora di più.
Non parlerò nemmeno di tassi d’interesse, perché quello che stiamo vivendo, nel momento in cui scrivo, è un periodo storico decisamente “turbolento” e di conseguenza poco rappresentativo.
Per capire se un tasso è conveniente o meno rispetto al mercato puoi consultare la tabella dei tassi medi e tassi soglia presente sul sito della Banca d'Italia[1] e/o rivolgerti a un consulente esperto.
Infine, ti segnalo che questo libro contiene una fotografia dei prodotti finanziari dei più importanti istituti italiani al momento in cui scrivo, ma naturalmente nel tempo i prodotti possono cambiare ed evolversi. È quindi possibile che, nel frattempo, uno o più prodotti a cui faccio riferimento siano stati tolti dal mercato o che ne siano usciti di nuovi. Il suggerimento quindi è lo stesso: rivolgiti a un esperto che conosca i prodotti di tutte le principali finanziarie e banche e che possa consigliarti il migliore per le tue specifiche esigenze.
Ho iniziato a occuparmi di prestiti nel ’99.
Studiavo ingegneria a Modera e mi pagavo da solo gli studi, ma a un certo punto mi sono ritrovato senza soldi. Nonostante fossi in cerca di un part time che mi consentisse di studiare nel pomeriggio, quando una società finanziaria di Modena mi ha offerto un contratto full time non ho avuto altra scelta che accettare.
La sensazione che mi donava il fatto di aiutare le persone a uscire dai guai o a realizzare un desiderio, la loro gratitudine, il rapporto che si instaurava con ognuno dei miei clienti, i loro occhi che brillavano quando si rendevano conto di poter comprare la casa dei loro sogni… tutto questo mi ha conquistato da subito.
Da allora mi sono sempre occupato di finanziamenti.
Da dipendente, negli anni sono diventato socio del mio studio.
Nel 2011 il settore ha subito una rivoluzione.
Dal primo luglio, infatti, sono cessate le iscrizioni nell’elenco degli agenti in attività finanziaria e nell’albo dei mediatori creditizi tenuto dall’Ufficio Italiano Cambi, ed è stato istituito l’OAM, l’Organismo competente in via esclusiva e autonoma per la gestione degli elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi, che fa capo alla Banca d’Italia.
Con l’istituzione di questo nuovo organismo è stata definita con più chiarezza la figura del mediatore creditizio e dell’agente in attività finanziaria monomandatario ed è diventato decisamente più difficile iscriversi all’albo.
Da quel momento in poi, chi desiderava operare in questo campo doveva essere molto più qualificato: non bastava più un semplice diploma, come accadeva prima del 2011.
Questa piccola rivoluzione ha creato un repulisti nel settore: il gioco si è fatto improvvisamente più duro e il mio socio di allora ha deciso di anticipare il pensionamento lasciando tutto nelle mie mani.
Un altro punto di svolta della mia carriera è arrivato nel 2019, quando da agente monomandatario per il Gruppo Mediolanum ho deciso di diventare promotore di una società di mediazione creditizia.
È stato un cambio di paradigma totale perché, per quanto validi fossero i prodotti che avevo trattato fino a quel momento per Mediolanum, aveva delle limitazioni.
Da quel momento in poi, invece, mi sono ritrovato con molte più frecce al mio arco.
Da quel momento in poi al centro non c’era più il prodotto ma il cliente, con le sue specifiche esigenze. Non dovevo più adattare il cliente alla soluzione, ma adattare la soluzione al cliente.
È questo che faccio oggi.
Ho una sede a Modena, vari uffici di appoggio tra Reggio Emilia e Bologna e dei validi collaboratori che mi aiutano a migliorare la vita delle persone.
Oggi combatto le mie battaglie con il sorriso e la sicurezza di chi sa di essere nel giusto.
Combatto contro gli abusivi, quei personaggi senza etica che non si sono mai iscritti all’albo e che, pur di acquisire il cliente, fanno promesse che sanno bene di non poter mantenere.
Combatto contro i siti di comparazione online in cui basta inserire qualche dato per ottenere un preventivo. Il mondo dei prestiti è molto più complesso di così: per far bene questo lavoro bisogna prima analizzare la situazione reddituale sia dell’individuo che della sua famiglia e la struttura di spesa mensile (prestiti inclusi). Solo così si può verificare se un ulteriore impegno possa essere davvero sostenibile o, al contrario, avere delle conseguenze nefaste.
I siti di comparazione, invece, saltano a piè pari tutta la fase consulenziale e di analisi, affidandosi a un freddo algoritmo e a dipendenti spesso sottopagati che fanno preventivi al volo senza possedere quelle informazioni fondamentali che invece un buon consulente chiede sempre ai suoi clienti.
Combatto contro la superficialità e la freddezza di alcuni istituti bancari, contro l’atteggiamento strafottente di quei colleghi che si mettono in cattedra, denigrando e giudicando i clienti, la loro vita, le loro scelte.
Combatto contro i tuttologi, i presunti “esperti” che vengono mandati avanti da alcune banche che non hanno al loro interno una figura specialistica, e lasciano che a discutere con i clienti di prestiti sia l’impiegato che fino a cinque minuti prima si occupava di tutt’altro.
Combatto contro i budget definiti dalle banche, che impongono ai loro consulenti di spingere per un dato prodotto a prescindere dalle necessità dei clienti.
Lo faccio perché, fatta eccezione per quei rari casi in cui un prestito non possa incidere in modo particolare sulla vita di una persona, in generale chiedere e ottenere del denaro impegnandosi a restituirlo con il tempo può cambiare molte cose, nel bene o nel male.
Tutto dipende da come viene gestita l’operazione.
Nelle prossime pagine ti aiuterò innanzitutto a capire se nel tuo caso è davvero opportuno chiedere un prestito e, in caso positivo, ti guiderò nella scelta della forma di prestito migliore per te.
Perché no, non è detto che la cessione del quinto faccia al caso tuo.
Il mio purtroppo è un settore pieno di millantatori, presunti professionisti che ti propongono prodotti senza sapere – e senza nemmeno chiedersi – se siano davvero adatti a te. Lo fanno perché il loro istituto gli ha chiesto di spingere per un prodotto specifico o per raggiungere un certo budget o, semplicemente, perché non hanno altre alternative da proporti.
Ciò che conta per loro è chiudere la vendita.
Tanto a fare i conti con quel prodotto per anni, alla fine, sarai tu.
Nei prossimi capitoli ti spiegherò come riconoscere questa tipologia di venditori e come starne alla larga, ma ti metterò più volte in guardia anche dal fai da te.
Purtroppo, da quando internet ci regala l’accesso a quasi tutte le informazioni di cui necessitiamo, abbiamo l’impressione di poter fare qualsiasi cosa se esiste un tutorial che ci spiega come farlo.
Non è così. Non in tutti i settori, almeno.
Tanto meno in quello finanziario.
Oggi troppi italiani si approcciano al mondo dei prestiti in maniera superficiale, affidandosi a qualche informazione pescata in rete e dando per scontato di essere le persone più adatte per farsi “i conti in tasca”.
Il risultato?
Nel 2012 il Governo Monti è dovuto intervenire istituendo una specifica legge sul sovraindebitamento, meglio conosciuta con il nome – piuttosto inquietante ma, purtroppo, molto azzeccato – di Legge salva suicidi.
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